Pubblicato nel 1934 negli Stati Uniti e l’anno successivo in Inghilterra, Tragedia in tre atti (titolo originale: Three Act Tragedy) è un romanzo dal taglio spiccatamente cinematografico; “quasi al limite del copione brillante”, come annota Claudio Savonuzzi nella postfazione all’edizione italiana.
Tanto che, a nostro avviso, il film che ne è stato tratto – Delitto in tre atti (1986), con l’adorabile Peter “Poirot” Ustinov e uno strepitoso Tony Curtis nel ruolo di Charles Cartwright – supera di gran lunga il suo (pur intrigante e godibile) “progenitore” letterario.
Una curiosità:
nel dare vita al personaggio di Sir Charles la regina del Giallo potrebbe essersi ispirata al noto attore teatrale e cinematografico statunitense John Barrymore (1882-1942), soprannominato “il Grande Profilo” per l’incredibile avvenenza e presenza scenica.
Nato John Sidney Blythe, adotterà (proprio come Charles Cartwright!) un cognome d’arte decisamente più romantico.
Eccellente interprete scespiriano, Barrymore è stato definito dal grande Orson Welles “il miglior Amleto che abbia mai visto… un uomo di genio”.
E se lo dice un genio altrettanto sublime non abbiamo che da fidarci, voi che ne pensate?
… e buona visione!